È uno degli scenari più temuti da chi vuole acquistare casa: il rifiuto della richiesta di mutuo. Quali sono le motivazioni più comuni per cui un finanziamento viene negato? Cosa bisogna fare dopo un rifiuto? Scopriamolo insieme!
Quando si tratta di mutui, anche le certezze più solide iniziano a vacillare.
Durante il processo di compravendita di un immobile, un mutuo rifiutato può essere un momento molto destabilizzante.
Vedersi negare un finanziamento, infatti, potrebbe far desistere dall’acquisto, scombussolando tutti i piani di vita degli acquirenti.
Le motivazioni che spingono le banche a rifiutare una richiesta di mutuo sono svariate: in questo articolo indagheremo le principali, ponendo l’accento sulle azioni da fare dopo la delibera negativa.
PERCHÉ UNA RICHIESTA DI MUTUO VIENE RIFIUTATA?
Alla base della delibera negativa possono esserci svariate motivazioni, le quali affondano le radici in problemi di diversa natura.
Si può dire che il motivo principale per cui non si riesca ad accedere al finanziamento è di natura economica: semplicemente, l’importo della rata è troppo alto per reddito del richiedente.
In modo orientativo, le banche pongono come limite massimo un importo corrispondente ad un terzo dello stipendio.
Oltre questa soglia, è molto difficile trovare qualcuno disposto a concedere un mutuo.
Un grosso ostacolo al buon esito della pratica è rappresentato da inquadramenti lavorativi precari o a breve-medio termine.
Alle banche piace giocare sul sicuro, quindi prospettive di incertezza sullo stipendio non sono ben viste.
Inoltre, tutte le entrate devono essere registrate: non vengono prese in considerazione entrate alternative o somme di denaro di cui non è possibile tracciare una provenienza ufficiale.
Un’altra causa di mancata concessione del mutuo si verifica in presenza di segnalazioni negative presso le Centrali rischi, banche dati che registrano tutti gli eventuali ritardi di pagamento del richiedente relativi a mutui e prestiti avuti in passato.
Infine, può succedere che il valore commerciale dell’immobile non sia congruo all’importo del mutuo ipotecario: in generale, infatti, le banche tendono a non finanziare più dell’80% del valore dell’immobile.
COSA FARE SE IL MUTUO VIENE RIFIUTATO
Una delibera negativa può essere una bella gatta da pelare.
Quando una persona richiede un finanziamento, infatti, lo fa perché ha delle prospettive ben delineate: vuole acquistare una casa che ritiene perfetta per iniziare una nuova fase della vita, in cui scolpire memorie e speranze.
Non solo, spesso l’acquisto di una nuova abitazione coincide con la vendita di un’altra e qualsiasi intoppo in una fase qualsiasi della compravendita potrebbe causare enormi disagi.
Il rifiuto piove come una mannaia dal cielo, facendo collassare i sogni degli acquirenti, portandoli quasi a desistere dall’acquisto.
In questi frangenti, è fondamentale non lasciarsi prendere dal panico e dalle decisioni avventate: spesso la soluzione è a portata di mano e, con la giusta guida, non è necessario abbandonare l’idea di comprare la casa perfetta.
Quando un mutuo viene rifiutato, la prima cosa da fare è, in genere, chiudere al più presto l’istruttoria con quella banca e procedere ad una nuova richiesta presso un altro istituto bancario.
In questo passaggio occorre la massima attenzione: infatti bisogna assolutamente evitare di far partire segnalazioni “di rifiuto” alle Centrali rischi.
Come?
Facendosi firmare una liberatoria dalla banca in cui è esplicitato che è il richiedente a rinunciare e non l’istituto a rifiutare.
Sembra un dettaglio tecnico, ma una segnalazione di rifiuto pesa nella “fedina” dei richiedenti.
Dopo la liberatoria, occorre condurre un’analisi approfondita delle motivazioni che hanno portato al rifiuto, magari con l’aiuto di un esperto.
Conoscendo i problemi della prima delibera, sarà molto più semplice individuare una banca le cui politiche commerciali possono essere più confacenti alle nostre esigenze.
IN CASO DI CONTROVERSIE
Nel malaugurato caso dovessero insorgere controversie circa il rifiuto del mutuo, è possibile procedere in modo graduale prima di andare in tribunale.
Il primo passo è rappresentato dall’Arbitro Bancario Finanziario, una figura che funge da intermediario tra le esigenze della banca e quelle del richiedente.
L’ABF ha il compito di ricevere il ricorso da parte del richiedente, esaminare la documentazione prodotta dalle parti, studiare la storia del “caso” e proporre una soluzione che soddisfi entrambi i “contendenti”.
Se questa eventualità non dovesse verificarsi e banca o richiedente dovessero essere scontenti dall’esito del ricorso, allora sarà necessario procedere per vie legali.
CONCLUSIONE
Come abbiamo visto, il rifiuto della richiesta di mutuo può essere un momento molto complicato per gli acquirenti.
Lo diciamo ancora una volta: anche se può sembrare che tutti i progetti stiano andando in frantumi o, peggio, che corriamo il rischio di rimanere senza casa, non bisogna lasciarsi prendere dal panico!
Spesso, con l’aiuto di professionisti dell’immobiliare, come i nostri Agenti, e di esperti della materia, è possibile arrivare a una soluzione più che soddisfacente del problema.
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